“Senza digitalizzazione non può esserci cambiamento. Senza formazione non può esserci risposta adeguata al cambiamento”. In qualsiasi modo la si voglia mettere, emergenza sanitaria o meno, tutto passa da una sana trasformazione digitale. Luigi Mozzillo – Amministratore Delegato Samag Tech – da quando ha preso in mano le redini di Samag Tech – azienda che sviluppa servizi digitali in seno alla holding – ha coinvolto ogni step della filiera nel processo di digitalizzazione. A cominciare dalla formazione destinata alle risorse proprio sui temi digitali.
Solo qualche mese fa proprio in entrambi gli ambiti sono stati premiati due progetti: il progetto FAD, piattaforma web di Formazione a Distanza che servirà a tenere le risorse aggiornate e il progetto AI che riguarda la supervisione del flusso operativo del personale sugli impianti per analizzare un’importante mole di dati maturati su un software già sviluppato internamente da Samag Tech.
Un trend accelerato dalla pandemia
La pandemia ha, in ogni caso, “costretto” le aziende a riconsiderare la propria governance tecnologica per venire incontro ai consumatori e per migliorare le prestazioni; questa tendenza è stata evidenziata da un recente studio del Council of Supply Chain Management Professionals (CSCMP) e ToolsGroup, leader globale nel software di pianificazione della supply chain – solo il 3% delle aziende non ha avuto alcun impatto aziendale correlato al COVID e il 42% delle organizzazioni afferma che la pandemia ha accelerato i loro piani di digitalizzazione.
La ricerca realizzata da CSCMP e ToolsGroup è stata condotta su più di 200 professionisti della catena di approvvigionamento in tutto il mondo, da aziende di produzione a logistica di terze parti (3PL) nonché organizzazioni di consulenza.
Come azienda con un punto di vista a 360° sulla supply chain vogliamo sottolineare proprio come la digitalizzazione metta sul tavolo temi importanti come la ricerca dei professionisti giusti e la formazione poiché la mancanza di competenze chiave nel padroneggiare un cambio, che è prima di tutto culturale, ad oggi risulta essere il maggior ostacolo ad una sana trasformazione digitale – Il più grande ostacolo alla trasformazione per gli intervistati è un deficit di competenze tra il loro personale (41%). Il business digitale richiede competenze come la gestione del cambiamento e il processo decisionale oltre alle competenze di pianificatore tecnico standard. Anche la qualità dei dati/mancanza di dati (34%), l’incertezza legata al COVID (28%), una struttura tecnologica rigida esistente (28%) e la paura del cambiamento (28%).
Sì, perché il cambio è prima di tutto culturale, basti pensare alle soft skill che sempre più attirano l’attenzione dei recruiter nel bilanciamento della “risorsa perfetta” da inserire in azienda. E dove si cambia la cultura? A partire dagli enti preposti alla formazione.
Formazione chiama formazione
Ed è proprio sull’aspetto formazione che stiamo investendo a doppia mandata. Il tema della formazione chiama a sua volta formazione nei luoghi ad essa deputati. I progetti premiati all’Innovation Day 2021 sono stati condotti in partnership con ELIS che lavora per l’inserimento di giovani qualificati nel mondo del lavoro. Il nostro è stato un delicato compito di tutoraggio che ha affiancato e supportato gli studenti-tirocinanti del Politecnico di Milano. Ed è in questi mesi che è stato completato anche il progetto di tirocinio formativo “Studio e sviluppo di software per gestione dei flussi di magazzini distribuiti” stipulato in convenzione con l’Università di Napoli Federico II.
Per tornare alla ricerca e a come l’emergenza sanitaria abbia impattato sulla digitalizzazione delle imprese – Il 54% di coloro che hanno affermato di “cogliere i benefici della trasformazione digitale” ha affermato di gestire “molto bene” la domanda legata al COVID e l’incertezza dei fornitori. Tuttavia, solo il 13% di coloro nelle fasi di “valutazione” o “non perseguimento” ha riferito di aver gestito quest’area “molto bene”, indicando che la tecnologia e i processi digitali potrebbero consentire una migliore gestione dell’interruzione.
Chi per prima riuscirà ad acquisire leadership tecnologica, avrà evidentemente leadership sul proprio mercato. È un’occasione unica, bisogna saperla sfruttare.